TW: violenza sessuale
L’aumento dell’uso della tecnologia e dei media hanno modificato l’attività criminale in diversi modi.
La criminalità si è spostata dal mondo fisico a quello virtuale.
Qui tutto sembra essere anonimo ma in realtà non lo è.
Si è formato un modo di acquisizione delle nuove vittime e le offese tradizionali si sono estese ad una molteplicità di forme che prima nemmeno si immaginavano, di fatto sono anche nati nuovi reati, come il revenge porn.
COS’E’ IL REVENGE PORN?
Il revenge porn consiste nella condivisione di foto o video intimi tramite internet senza il consenso de* protagonist* degli stessi.
Vediamo alcune caratteristiche del revenge porn
- Relazione (amorosa, affettiva, lavorativa, etc) esistente o esistita tra la vittima e colui che ha compiuto il reato
- L’intento è quello di creare un danno alla vittima
- Condivisione pubblica di materiali personali senza il consenso della persona raffigurata
- Aver fatto revenge porn mediante l’utilizzo di smartphones e/o dispositivi digitali
Alcun* espert* ritengono che il termine “revenge porn” non sia adeguato, in quanto il reato potrebbe essere descritto come “abuso basato su immagini sessuali”.
Infatti, la pubblicazione avviene solitamente con lo scopo di umiliare la persona coinvolta per ritorsione o vendetta.
Per questo motivo, le immagini sono spesso accompagnate da sufficienti informazioni per rintracciare il soggetto ritratto, tipicamente i nomi o le posizioni geografiche, e possono anche includere collegamenti ai profili sulle reti social, indirizzi delle abitazioni o del posto di lavoro.
Conosciamo tutti il caso Telegram.
Su quei canali è successo esattamente lo stesso. Venivano condivisi foto e video anche di minori.
- “Un po’ di pedofilia non basta?”
- “Posso dire che sono pro al femminicidio?”
- “Ciao a tutti come faccio a stuprare mia figlia senza farla piangere?”
- “[…] Telegram esiste apposta per fare tutto ciò che è illegale e perverso, per dare libertà a tutti i nostri istinti più porcellini… Tutto quello che altrove viene censurato, qui si fa! Le femmine sono solo carne da fottere e da stuprare, da sbattere in rete punto e basta. Levatevi dai coglioni froci!”
E’ tutto sbagliato, completamente.
Per fortuna sono stati identificati e denunciati dalla Polizia Postale 3 dei proprietari di questi canali. Infatti dopo lo scandalo dei primi di aprile, sono state migliaia le persone che hanno raccolto prove, e anche l’avvocata Cathy La Torre insieme al suo incredibile studio legale ha portato avanti una vera e propria lotta contro questi canali illeciti.
E la legge?
Il 16 luglio 2019 il Senato italiano approva la legge contro il Revenge Porn, con 197 voti favorevoli, 47 astenuti e nessun contrario. La legge n. 69 del 19 luglio 2019, introducendo nuove disposizioni per la tutela contro la violenza domestica e di genere, ha previsto sanzioni per il fenomeno. Si è stabilito che chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.000.
La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro danno.
Il revenge porn è un fenomeno che ha assunto dimensioni preoccupanti, con una diffusione sempre più capillare, complice una presenza costante e massiccia dei social media nella vita quotidiana. Denunciate!