Guantànamo: 2021 e violazioni dei diritti umani

Guantànamo è oggi un tragico simbolo delle violazioni dei diritti umani. Guantànamo è, dall’11 gennaio 2002, un centro di detenzione gestito dagli Stati Uniti d’America a Guantànamo Bay (Cuba). Dal 1898 è sede di una base navale statunitense e dal 1903 il territorio occupato dalle installazioni militari è stato affittato indefinitamente al governo USA. Su quest’area gli Stati Uniti hanno completa giurisdizione e controllo, ma riconoscono la sovranità del governo cubano, che però, nonostante le sue proteste, non ha modo di riottenerne il controllo: una situazione ancor più resa irrisolvibile dai cattivi rapporti tra Washington e il regime di Fidel Castro. Nel 1994 la base di Guantánamo è stata utilizzata dagli USA come luogo di soccorso per le migliaia e migliaia di profughз che fuggivano da Haiti in piena guerra civile. A partire dal 2001, le autorità militari hanno iniziato a costruire all’interno del perimetro della base una struttura detentiva provvisoria, il cosiddetto Camp X-Ray dove vennero ospitatз lз primз prigionierз della “guerra al terrore” nel gennaio 2002. Da quell’anno sono statз detenutз circa 1000 (o più) prigionierз provenienti da oltre 40 paesi del mondo. Circa 450 sono tutt’ora detenutз senza accuse o processi, perchè si, nessunә di loro è mai comparsә davanti a unә giudice, a unә avvocatә o a un tribunale. Gli Stati Uniti d’America abusano di loro fisicamente e psicologicamente, senza premure.

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Vent’anni dopo il G8 di Genova

Oggi è il 20 Luglio 2021 ed esattamente 20 anni fa l’aria che si respirava a Genova era di fuoco. Sono trascorsi vent’anni dai tragici eventi del G8 e poche settimane fa uscivano nuove pagine di cronaca (il caso del carcere di Santa Maria Capua Vetere) che, purtroppo, ci hanno riportato alla mente in modo fin troppo vivido quel 2001 che sembrava ormai lontano. Dal 19 al 21 Luglio 2001 si tenne a Genova la riunione del G8 (cioè si riunirono i capi di governo degli 8 maggiori Paesi industrializzati: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti e i rappresentanti dell’Unione Europea). L’obiettivo chiave dichiarato del summit degli otto leader era “sconfiggere la povertà”. Individuare misure atte a sostenere l’economia dei Paesi più fragili attraverso una strategia integrata, soprattutto per il commercio e per investimenti in campo sociale. Mentre all’interno del Palazzo Ducale i capi di Stato discutevano questi obiettivi, fuori, per le strade di Genova e soprattutto all’interno della scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto, il livello di violenza cresceva di ora in ora. Molte delle persone presenti dichiarano che in quei tre giorni lo stato di diritto venne meno in molte delle situazioni che si crearono. Amnesty International sostenne in seguito che quella che ebbe luogo a Genova in quei giorni fu la «più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda guerra mondiale».

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