Omosessualità, feticismo e perversioni nel Maghreb

Quando parliamo di Maghreb, parliamo di quella parte dell’Africa mediterranea che comprende Marocco, Algeria e Tunisia. Ci vengono subito in mente colori, sapori e odori inconfondibili. Ma com’è la sessualità nel Maghreb? È altrettanto colorata e legittimata? La sessualità maghrebina non è vissuta in maniera esplicita: i sentimenti sono taciuti aз parenti, aз amici più intimз per essere protetti da giudizi riprovevoli. Il desiderio omosessuale è biasimato, messo fuori dal sistema, racchiude tutte le “pulsioni negative” e “contronatura”, poiché nella coscienza vegetativa è improntato ad un essere “inferiore”, “immaturo” e “imperfetto”. Pensate che secondo l’Islam, solo l’omosessualità maschile viene presa in considerazione, quella femminile viene invece relegata al di là dei limiti del nominabile. L’omosessualità femminile è vissuta come un’ “anomalia” che spesso le persone lesbiche nascondono perfino a se stesse ed evitano di divulgare. Se l’omosessualità è rimossa fino a questo punto, cosa ne è delle altre manifestazioni della sessualità umana, soprattutto quelle perverse? Il voyeurismo, il feticismo, la zoofilia, l’autoerotismo perverso sono solo alcune delle perversioni nel Maghreb.

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