Afghanistan: cosa sta succedendo?

I talebani sono entrati a Kabul e il Presidente afgano Ashraf Ghani si è dimesso (se n’è andato dopo avere promesso fino al giorno prima che Kabul non si sarebbe arresa). Da tre giorni infatti Kabul è controllata dal gruppo radicale estremista dei talebani. “Dopo aver definitivamente riconquistato l’Afghanistan domenica, prendendo il controllo della capitale Kabul e del suo palazzo presidenziale, i talebani hanno iniziato a sostituirsi alle forze di sicurezza afghane, operando già di fatto come nuovi governanti del paese.” (IlPost) Fra domenica e lunedì l’aeroporto di Kabul era il luogo del disastro: migliaia di persone cercavano di scappare dal paese, in molti casi anche attaccandosi agli aerei. Sono ormai diventate virali le immagini delle persone che cadono nel vuoto del cielo. Da ieri mattina sono ripresi i voli militari di evacuazione, ma non bastano. I voli sono pieni ma le persone da salvare sono molte di più. Oggi bisogna organizzarsi e creare un corridoio umanitario: un flusso migratorio legale, sicuro ed autorizzato che evita l’immigrazione clandestina e che permette di controllare le persone in entrata e di evitare infiltrazioni jihadiste. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati stima che siano 250 mila gli afghani costretti a fuggire dalle loro case, ma il numero è destinato ad aumentare. In un’Europa tuttora incapace di dare una risposta significativa e corale alla tragedia del crescente numero di persone che muoiono nel tentativo di raggiungere la salvezza o sono esposte a gravi abusi e sfruttamenti, i corridoi umanitari sono una via sicura e legale per l’ingresso nel nostro Paese di persone richiedenti asilo. Evidentemente, dalle notizie che abbiamo ricevuto e che continuiamo a ricevere, i nemici per i talebani esistono e le loro parole vanno decisamente prese con le pinze.

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