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Bellezza: voce del verbo piacere

Influenza dei social network sul corpo

Nel corso della storia, una delle poche variabili a non aver subito modifiche, ma che ancora oggi incide in maniera rilevante sulla nostra vita, è la bellezza. Essa infatti non è un concetto nato in tempi moderni, ma ha origini ben più antiche e ha permesso all’essere umano di evolversi. La bellezza quindi rappresenta un fenomeno evoluzionistico, che per molto tempo (ma in realtà ancora oggi) si è imposto come valore principale per la società e per le persone al suo interno. Pertanto, alcuni aspetti e parametri della bellezza sono difficili da sradicare. Un esempio è il cosiddetto “effetto alone”, un bias cognitivo che fa sì che le persone esteticamente belle siano percepite come portatrici di qualità positive. Questo di conseguenza impatta sulla qualità della vita di ciascuno di noi e sulle nostre possibilità, ad esempio a livello lavorativo una persona bella e curata ha maggiori chance di essere assunta, di ottenere un aumento o una promozione. Tutto questo ci porta a tentativi di omologazione, per rientrare in standard riconoscibili e promossi al livello sociale. 

Nella società di oggi, in cui uno dei valori portanti è il piacere agli altri, uno dei palcoscenici più accessibili e fruibili a tuttз sono i media e i social network. Soprattutto questi ultimi, attraverso il meccanismo dei like da parte deз altrз utenti, innescano il circuito cerebrale della ricompensa che può portare lentamente a comportamenti riconducibili alla dipendenza. Postare una propria foto sui social quindi non è un gesto così superficiale come appare, ma una scelta che soddisfa due esigenze: il bisogno di autorappresentazione e la necessità di sentirsi appartenenti a qualcosa. 

Il modello ideale di bellezza

Negli ultimi decenni si è assistito in numerose discipline (solo per citarne alcune: psicologia, sociologia, antropologia e semiotica) al processo di costruzione sociale del corpo. Questo processo trae origine da quello di “presentazione del self” (Goffman, 1959), secondo il quale il corpo diventa il principale indicatore dell’identità soggettiva, antecedendo ogni altra variabile, e rappresentando i valori prevalenti di una precisa epoca storica. Per esempio, negli anni Ottanta e Novanta il modello fisico promosso era snello per quanto riguarda il genere femminile e muscoloso per quello maschile. Inoltre, era considerata una virtù la capacità di mantenersi giovani il più a lungo possibile, capace di portare al successo in ogni ambito della vita (per esempio in amore e nella carriera) e generando di conseguenza benessere e felicità. Questo aspetto è ancora oggi impattante, colpendo anche il mondo delle celebrities. Famoso  il caso di Julia Roberts, la quale, nonostante la fama e il successo che è riuscita a ottenere nell’industria hollywoodiana, subisce periodicamente attacchi sui suoi canali social rispetto al suo aspetto fisico: 

“Sotto una foto mi hanno scritto: ‘come stai invecchiando male, sei orribile’. Quello che è successo mi ha fatto capire quanto deve essere difficile essere una giovane donna al tempo dei social. Ho 50 anni, so chi sono e so cosa voglio, ma commenti del genere possono ferire”. 

– Julia Roberts

Un altro caso celebre è quello che coinvolto l’artista Sam Smith che, dopo aver abbracciato la propria identità di genere e aver subito un cambiamento della propria immagine estetica, ha subito commenti e attacchi sui propri canali social. Come dichiarato dal giornalista del Guardian Owen Jones: 

“Smith ha commesso il reato di essere a) queer b) non magro”.

Non serve però uscire dai confini nazionali per trovare casi simili. Il più recente è quello che ha coinvolto Big Mama, una delle protagoniste dell’ultima edizione del Festival di Sanremo. La cantante ha subito sia da parte dei media che del pubblico a casa commenti sul suo aspetto fisico, vedendo inoltre la propria immagine associata a quella della cattiva Disney Ursula nella trasmissione Striscia la Notizia. Durante il suo intervento all’ONU dello scorso febbraio, davanti a duemila adolescenti coinvoltз nel programma di formazione delle Nazioni Unite “Gcmun talks”, la cantante ha dichiarato:

“Per tutta la vita mi hanno fatto credere di essere completamente sbagliata. Il mio fisico faceva in modo che la gente mi valutasse come ‘non abbastanza’ prima ancora che mi si potesse davvero conoscere”.

  • Marianna Mammone (in arte Big Mama)

Ciò conferma che al giorno d’oggi nessunə è salvo da queste critiche. Esse sono il frutto della società consumistica in cui viviamo, dove ognunə di noi  è sia prodotto che consumatore, e il corpo il veicolo. Sui social come nella vita reale cerchiamo di esprimerci, ma in maniera inconscia finiamo per cercare di sposare il modello estetico di riferimento, rinunciando di conseguenza a noi stessз. Il modello normativo prevalente oggi è un corpo bianco, giovane, magro e percepito come eterosessuale. A causa della globalizzazione queste caratteristiche si stanno diffondendo anche in luoghi dove dominano canoni estetici differenti, come per esempio nei paesi orientali o in via di sviluppo. Quando il nostro corpo arriva ad assomigliare al modello normativo è come se arrivassimo a possedere un passepartout in grado di aprire le porte di tutto ciò che più desideriamo: amore, sesso, successo e famiglia. Ciò però ha un costo, che impatta sulla salute mentale e fisica, oltre che sulle performance scolastiche e lavorative. Il corpo infatti viene percepito non più come della persona, ma come una fonte di capitale sociale (Bourdieu, 1979) e principale mezzo di espressione di sé stessə. Tutto ciò ha delle conseguenze, non solo per le celebrities ma anche (e soprattutto) per le persone più giovani, che essendo impegnate nel processo di costruzione dell’identità di genere, sono maggiormente suscettibili a queste “tempeste social”.

Adolescenti e l’impatto dei social network

È visibile a ciascunə di noi che l’uso dei social network è diventato ormai parte della routine di un grande numero di persone, sia giovani che meno. Soprattutto per lз più giovani, i social network rappresentano un veicolo con il quale trasmettere non solo  la loro personalità, ma anche la loro immagine corporea. Nell’era del fotoritocco e della sempre maggiore esposizione a modelli estetici “perfetti”, numerose ricerche hanno evidenziato il potenziale rischio di utilizzo problematico delle piattaforme social, che potrebbe portare alla dipendenza e all’identificazione di processi psicologici e comportamentali disfunzionali. Lз adolescenti quando si interfacciano con i social sono consapevoli che la maggior parte delle immagini hanno subito delle modifiche, ma ciò nonostante le considerano come la normalità, come modelli estetici da raggiungere per essere accettatз. Questi modelli perfezionisti instaurano nella mente delle persone più giovani, la cui percezione corporea è legata all’autostima, l’idea che il corpo non è loro ed è un criterio di valutazione. Questo porta l’individuo a pensarsi come merce o strumento, in un processo chiamato “oggettivazione” (Fredrickson e Roberts, 1997). 

Oltre a ciò, un altro fattore che incide sul complesso rapporto tra adolescenti e social media è l’influenza dei pari, che hanno il potere di  indebolire o rafforzare gli effetti negativi dei media sull’immagine corporea. Uno studio condotto da Konijn e Seidell nel 2013 ha rimarcato che se la visione di immagini è accompagnata da commenti che sottolineano le caratteristiche dell’aspetto fisico, il senso di vergogna verso il proprio corpo aumenta

Le conseguenze, come accennato brevemente prima, sono numerose: un esempio è un aumento nel rischio di insorgenza di disturbi del comportamento alimentare. Si è osservato infatti che una maggiore esposizione ai social media aumenta il senso di preoccupazione verso l’aspetto esteriore, favorendo di conseguenza un maggiore controllo nelle abitudini alimentari al fine di rendere l’immagine corporea più soddisfacente. Tuttavia, questo desiderio ha origine da modelli fittizi, ritoccati e modificati, che spingono lз più giovani (e non solo) a raggiungere estetiche di perfezione difficilmente replicabili. 

FONTI:

https://iol.unibo.it/pluginfile.php/581982/mod_unibores/content/0/Il%20corpo%20perfetto.%20Genere%2C%20media%20e%20processi%20identitari.pdf

https://www.stateofmind.it/2015/05/media-disturbi-alimentari-adolescenti/

https://www.stateofmind.it/2020/07/social-network-narcisismo/

https://www.vice.com/it/article/jmywpk/bellezza-societa-costa-buscarini-382

https://luce.lanazione.it/lifestyle/bigmama-onu-bullismo-bodyshaming-hk9992p8

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