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Verso una consapevolezza anatomica: quanto è importante che le persone piccole sappiano nominare correttamente i genitali?

“Farfallina”, “pisellino”, “patatina”, sono solo alcuni dei tanti nomignoli che vengono utilizzati dagli adulti per nominare i genitali quando interagiscono con lз bambinз. Di conseguenza, i genitali sono le uniche parti del corpo di cui lз bambinз non imparano i nomi corretti. C’è tempo per parlare di certe cose, si pensa. Invece, è importante che gli adulti non riversino suз bambinз i tabù e l’imbarazzo che loro stessi provano di fronte a queste tematiche. Bisogna infatti ricordare che lз bambinз, in questa fase della crescita, apprendono liberз da queste suggestioni. Inoltre, la prima infanzia rappresenta una fase cruciale nello sviluppo individuale, in cui lз bambinз iniziano a formare una percezione di sé e del proprio corpo. Numerosi studi internazionali hanno evidenziato una lacuna significativa nella conoscenza anatomica dei genitali. Tale incapacità deз bambinз in età prescolare di nominare correttamente le parti genitali è un fenomeno rilevante, con implicazioni profonde sulla loro percezione corporea e sulla comprensione della sessualità

La situazione è allarmante anche in Italia, come è stato evidenziato da numerose ricerche condotte nel nostro Paese, sebbene circoscritte e con campioni limitati. Ad esempio, uno studio di Schor e Sivan (1989) ha evidenziato che solo una minoranza deз bambinз intervistatз è in grado di nominare correttamente il pene e la vagina. Simili risultati sono emersi da altri studi, come quello condotto da Gordon, Schroeder e Adams, che evidenzia una carenza di conoscenza anche tra bambinз di 4 anni. È, tuttavia, importante notare che questi studi si sono concentrati principalmente su famiglie di estrazione socio-economica elevata, sollevando interrogativi sulla rappresentatività dei risultati. 

Un’analisi più approfondita condotta da Wurtele, Melzer e Kast ha coinvolto un campione più ampio di bambinз appartenenti a famiglie a reddito più basso e a etnie differenti. I risultati, ancor più allarmanti, confermano la persistente mancanza di conoscenza dei termini anatomici legati ai genitali, evidenziando un’urgenza nella correzione di questa lacuna educativa

Le implicazioni di questa mancanza di conoscenza sono molteplici e gravi. In primo luogo, l’omissione della nomina corretta dei genitali potrebbe portare lз bambinз a percepire tali parti del corpo come tabù o meno importanti, compromettendo la costruzione di una sana immagine corporea e la consapevolezza della diversità anatomica. Inoltre, l’uso di termini corretti contribuisce a normalizzare il linguaggio legato alla sessualità, riducendo lo stigma e agevolando la comunicazione su tematiche delicate. Un aspetto cruciale è la funzione comunicativa dei termini anatomici legati alla sessualità, soprattutto quando lз bambinз devono segnalare eventuali problematiche fisiche o situazioni di abuso. Infatti, è stato dimostrato che lз bambinз che conoscono i nomi dei genitali sono più in grado di comunicare agli adulti situazioni di abuso sessuale, offrendo un importante strumento nella prevenzione e nell’intervento. Inoltre, la conoscenza precisa dei termini anatomici può influenzare il comportamento deз autorз di reati sessuali, che tendono a non abusare di bambinз consapevoli dei propri genitali, presumendo una maggiore capacità di riconoscere situazioni abusive

Dunque, la mancanza di conoscenza dei genitali nella prima infanzia è un fenomeno preoccupante che richiede un intervento educativo urgente. Educatorз, genitorз e professionistз della salute devono collaborare per garantire che lз bambinз acquisiscano una comprensione completa e consapevole del proprio corpo, inclusi i genitali, affrontando apertamente e senza tabù la tematica della sessualità infantile. Solo così si potrà promuovere una sana percezione di sé e fornire agli individui strumenti efficaci nella prevenzione degli abusi e nella costruzione di relazioni basate sul rispetto e sulla consapevolezza.

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