La dipendenza sessuale: una prospettiva clinica ai tempi del “proibizionismo” etico

Quando possiamo parlare di dipendenza sessuale? Quando ci troviamo di fronte una persona con fantasie sessuali ricorrenti; impulsi e comportamenti promiscui per un periodo di sei mesi o più, che non siano causati da altri problemi, come ad esempio l’abuso di sostanze, un’altra condizione medica o episodi maniacali associati al disturbo bipolare. Inoltre deve essere presente uno schema di attività sessuale in risposta a stati d’animo spiacevoli (es. sentirsi depressi) o uno schema ripetitivo di comportamenti che utilizzi il sesso come modalità di risposta allo stress. I comportamenti sessuali devono inoltre essere fonte di disagio per chi li attua, tanto da interferire con le relazioni, il lavoro o ad altri aspetti importanti della vita personale. Per questo motivo tra i criteri sono inclusi i tentativi compiuti dal soggetto al fine di ridurre o interrompere le attività sessuali vissute come problematiche. La dipendenza sessuale può essere trattata con un approccio integrato di psicoterapia e terapia farmacologia per evitare le possibili conseguenze: perdita di controllo sulle crescenti fantasie e comportamenti sessuali; aumento di frequenza e intensità di pensieri e comportamenti sessuali nel corso del tempo (escalation); impoverimento della creatività, l’intimità e /o il tempo libero; irritabilità e rabbia quando si cerca di smettere con i comportamenti sessuali; isolamento sociale ed emotivo; disturbi dell’umore; conseguenze negative più ampie a livello relazionale, emotivo, fisico, finanziario, legale, ecc. legate ai comportamenti sessuali. In Italia la Dipendenza da Sesso è presente e ha una prevalenza del 5,8%.

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