Al momento stai visualizzando Sessualità e disabilità
Sessualità e disabilità

Sessualità e disabilità

Parlare in pubblico di sessualità e di persone con disabilità imbarazza, agita, fa arrabbiare e spesso divide le persone. Ma perché? Sicuramente viviamo in una società che ha un palese tabù del sesso ma perché proprio in merito alla disabilità sfocia in una così palese chiusura? Possiamo ricollegarlo al fatto che viviamo in una società molto abilista che nega diritti ed autodeterminazione delle persone con disabilità.

Tra gli stereotipi più comuni relativi a questo tema infatti ci sono il percepire le persone con disabilità come asessuate, angeliche e infantili. Oppure come soggetti la cui sessualità è spaventosa, incontrollabile e per questo pericolosa. Solitamente poi di sessualità e disabilità ne parlano persone normodotate, arrogandosi il diritto di poter comprendere e decidere per una categoria di persone davvero ampia e molto eterogenea.

La realtà dei fatti è che la sessualità di una persona con disabilità è assolutamente personale e sconosciuta come quella di tutte le altre persone, disabili e non. Ciò che però viene fatto molto spesso, è impedirne il naturale sviluppo di crescita: responsabile di conoscere il proprio corpo, rispettarlo nelle sue unicità, imparare il proprio piacere, saper riconoscere cosa si vuole e soprattutto a confrontarsi con altr* sperimentando desideri e sentimenti. Tra i diritti sessuali riconosciuti dalla WAS tutt* noi, senza alcuna esclusione, abbiamo il diritto al miglior standard raggiungibile di salute sessuale. La garanzia di avere la possibilità di fare esperienze sessuali piacevoli, soddisfacenti e sicure oltre al diritto ad accedere ad informazioni scientificamente accurate e comprensibili sulla sessualità e a un’ educazione sessuale approfondita ed esauriente. Senza essere discriminat* a causa della propria identità sessuale o per motivi religiosi/culturali.

Siamo davvero sicur* che le persone con disabilità, tutte, abbiano questi diritti garantiti?

La sessualità nel concetto di disabilità

Il concetto di disabilità è cambiato nel tempo e secondo la nuova classificazione ICF è “una difficoltà nel funzionamento a livello fisico, personale o sociale, in uno o più domini principali di vita, che una persona in una certa condizione di salute trova nell’interazione con i fattori contestuali”.

Qui, non si considerano solo i fattori biomedici e patologici. E’ presa in considerazione anche l’interazione sociale: l’approccio diventa multi prospettico, biologico, personale, sociale. 

La sessualità  (secondo l’OMS) è un aspetto centrale dell’essere umano lungo tutto l’arco della vita e comprende il sesso, le identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione. Viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, convinzioni, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni. La sessualità è influenzata dall’interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, etici, giuridici, storici, religiosi e spirituali.

Spazio pubblico e privato

Il concetto di spazio pubblico e spazio privato è molto importante quando parliamo di sessualità perché crea quel confine personale e sociale che ci permette di definire dove inizia ciò che definiamo intimità. Per alcune disabilità questo confine diventa poco visibile perché per la cura di sé e per alcune autonomie è necessario che altre persone siano coinvolte. Non sempre però queste rientrano nella sfera sessuale (ad esempio familiari o professionist*). Questo ci porta a riflettere ulteriormente su cosa sia l’intimità e su come questa debba essere riconosciuta e rispettata in tutti i casi.

La nostra società offre modelli estetici e di genere molto limitati e spesso non inclusivi anche dei corpi e delle identità con disabilità e/o neuro diversità. Come dei modelli relazionali e comportamentali molto rigidi che restituiscono alla persona un senso di inadeguatezza e all’errata percezione di non poter essere una persona desiderata e desiderante.

Non dimenticare mai il consenso!

La necessità di avere ausili o supporti per riuscire a svolgere attività e responsabilità giuridicamente riconosciute porta a riflettere anche su un altro diritto fondamentale legato alla sessualità: il consenso. Questo viene spesso dato per scontato o non riconosciuto.

Gli abusi e le violenze invece sono una terribile realtà spesso agita dal* stessә care-giver ed è difficile denunciare, a causa di possibili limiti delle vittime, e/o per la mancata formazione ed attenzione delle persone vicine.

L’accessibilità alle informazioni scientifiche e a una buona educazione sessuale e affettiva sono una base fondamentale a garanzia di una buona salute sessuale, oltre che basilare per avere gli strumenti necessari alle interazioni sociali e affettive. Non da meno è fondamentale l’accessibilità architettonica ai luoghi e agli spazi pubblici che consentono l’inclusione delle persone con disabilità alla vita sociale.

Sessualità, autonomia e piacere

Un altro punto fondamentale è l’autonomia nella cura di sé e nella conoscenza del proprio corpo e del proprio piacere. Spesso questo significa poter avere uno spazio personale, un* assistente personale, ausili e/o sex toys che permettano alla persona con disabilità di coltivare il rapporto intimo con sé indispensabile al vivere in maniera positiva la propria sessualità.

Avere relazioni intime e affettive è un diritto fondamentale per ciascun* di noi e aggiunge molto alla qualità della nostra vita. Spesso questo diritto viene negato dalle persone vicine, impedendo di amare e di costruire una eventuale famiglia. I motivi sono vari e mai corretti, perché spesso causati dal non voler accettare l’identità sessuale della persona o perché si vuole controllarla, non riconoscendola come capace di fare scelte ed avere un valido ruolo genitoriale.

Sulle scelte riproduttive ci sono poi evidenti motivazioni ricollegabili al non riconoscere le persone con disabilità come capaci di esercitare il proprio ruolo genitoriale, oltre che riflessioni legate all’ eugenetica. In questo senso, la disabilità è vista (a prescindere) come un “male”, per cui si ritiene che un’ eventuale trasmissione ereditaria della disabilità non debba essere consentita.


FONTI:

https://www.who.int/health-topics/sexual-health#tab=tab_1

http://fissonline.it/pdf/DICHIARAZIONEDEIDIRITTISESSUALI2014.pdf

Inclusione sociale e disabilità. Linee guida per l’autovalutazione della capacità inclusiva dei servizi, Medeghini R. (2013) Trento, Erickson

Organizzazione delle Nazioni Unite (2006), Convenzione ONU sui diritti per le persone con disabilità, New York, Assemblea Generale ONU

LoveAbility, a cura di Ulivieri M. (2014), Erickson

Il diritto alla sessualità e la disabilità, tra bisogni e desideri, Dolfini D. (2017), Erickson

Lascia un commento