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Covid-19 e Scuola: una grave crisi

E’ passato più di un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19 e le conseguenze sull’istruzione deз bambinз e deз ragazzз sono molto forti anche se poco visibili “ufficialmente”. Le misure intraprese per bloccare l’espansione della pandemia, la chiusura delle attività economiche, sociali e culturali, ed in particolare della scuola, hanno avuto un grave impatto sulla vita deз bambinз, deз adolescentз e delle loro famiglie, con il rischio di aumentare in modo esponenziale la povertà economica e educativa. 

Save the Children ha cercato di stimare con l’aiuto dei dati dell’INVALSI e di altri enti di ricerca – con cui ha realizzato delle mappe del rischio educativo – quale può essere la situazione che ci troviamo a fronteggiare.

In tutto il mondo queste fasce hanno perso in media 74 giorni di scuola, più di un terzo dell’anno scolastico medio mondiale che è di 190 giorni. Inoltre, dall’analisi su 194 paesi emerge che lз minori in Centro-Sud America e nell’Asia meridionale hanno perso quasi il triplo dell’istruzione dз coetaneз dell’Europa occidentale.

Si stima che nel mondo siano stati persi 112 miliardi di giorni dedicati all’istruzione. 112 miliardi di giorni: questo impatto è ovviamente molto più forte nelle famiglie a disagio economico-sociale, che sono proprio anche quelle maggiormente colpite dalle conseguenze della pandemia. 

I dati per quanto riguarda l’Italia evidenziano un’Italia a diverse velocità poiché sia l’andamento dei rischi di contagio sia le differenti scelte amministrative hanno creato enormi differenze tra le città italiane, soprattutto tra nord, centro e sud Italia. In Italia sono due gli anni scolastici coinvolti: il 2019/2020 e il 2020/2021, inutile dirvi quante persone sono state coinvolte nelle analisi delle conseguenze da Covid-19 nella scuola. Nel mondo sono più di un miliardo lз studentз coinvoltз, cioè il 73% della popolazione studentesca mondiale.

“Nei mesi del lockdown dovuto all’emergenza Coronavirus, gli insegnanti e i dirigenti scolastici, nonché gli attori sociali ed educativi presenti nelle comunità, hanno cercato in molti casi di dare continuità allo sviluppo e all’apprendimento dei bambini e ragazzi, attraverso in particolare l’utilizzo delle tecnologie e la didattica a distanza. Il Ministero dell’Istruzione ha offerto classi virtuali e piattaforme online per tutte le scuole al fine di garantire il rispetto del diritto all’istruzione. Questi sforzi, tuttavia, non possono sostituire l’azione educativa che si fonda sulla relazione, sull’accoglienza e sull’organizzazione della vita dei bambini e degli adolescenti giorno dopo giorno”. 

Secondo Save the Children gli sforzi per raggiungere lз studentз con la didattica a distanza sono talora vanificati dalle condizioni abitative deз minori. Il 42% di loro vive in case sovraffollate, quindi prive di spazi adeguati allo studio. A ciò si aggiunge il numero consistente, il 12,3% dɜ 6-17enni, che, nel 2019, vive in abitazioni prive di dispositivi quali computer o tablet (850 mila in termini assoluti), percentuale che raggiunge quasi il 20% nel Mezzogiorno. Inoltre, il 57% di coloro che ne dispongono, li deve comunque condividere con altrɜ componenti della famiglia per esigenze sia di studio che di lavoro. La didattica a distanza necessita, per l’utilizzo di piattaforme online, di competenze digitali. Solo il 30,2% dз ragazzз impegnatз nella didattica a distanza presenta competenze digitali alte, mentre due terzi hanno competenze basse o di base (ed il 3% nessuna). 

Non si può nascondere che la scuola sia giunta a questa crisi impreparata sul fronte della didattica a distanza, sia per quanto riguarda la preparazione stessa dз docentз, che la possibilità per lз studentз di fruire di questa opportunità. La didattica a distanza non può infatti essere intesa come mera attribuzione dei compiti o ripetizione delle tradizionali lezioni frontali. Allo stesso tempo non si può egualmente negare che la DAD e la DDI non abbiano contribuito allo sviluppo di nuove competenze digitali di studentз ed insegnantз in itinere, dato assolutamente positivo se visto da questo punto di vista.  

Alle difficoltà contingenti, dovute all’emergenza, si aggiungono le carenze storiche del nostro sistema scolastico ed educativo, che presenta ancora molte sacche di esclusione.  Infatti, si stima che, se il Governo non agirà con degli interventi specifici, ci sarà una perdita di apprendimento equivalente a 0,6 anni di scuola e di un aumento del 25% della quota di ragazzз “maturatз” (cioè diplomatз) al di sotto del livello minimo di competenze. 

Un’altra conseguenza è anche la perdita della socialità per numerosi mesi dell’anno. La socializzazione è un aspetto fondamentale per la costruzione della personalità e bisogna trovare delle modalità per sostenere tuttз in questo aspetto. Sicuramente, con l’introduzione dei vaccini c’è la speranza che si possa vincere anche questo aspetto (se tuttз potranno accedervi, a questo proposito vi linkiamo e consigliamo qui un articolo di Will assolutamente sbalorditivo nella sua chiarezza su questo punto LINK)

Inoltre, nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, non andare a scuola, oltre alla perdita a livello di istruzione, significa essere esposti a un rischio maggiore di sfruttamento minorile, di matrimoni precoci, di abusi etc. Bisogna anche per questo ricordarsi che il mondo non ha e non deve avere al centro l’Europa occidentale, ma che esistono altri rischi e altre quotidianità nel resto del mondo, che sono egualmente importanti e alle quali bisogna dare lo stesso livello della nostra attenzione. 

Questi numeri hanno delle forti conseguenze sull’istruzione di bambinз e ragazzз e di conseguenza sul loro e il nostro futuro. 

Anche in Italia deve essere disponibile un quadro chiaro della situazione al fine di poter intervenire al più presto per raggiungere chi è più in difficoltà, con un piano per il supporto alla didattica. 

Per noi di Eduxo, in linea con gli enti e le organizzazioni citate nelle fonti, è fondamentale: 

– ripensare lo spazio ed il tempo educativo, 

– garantire il distanziamento fisico, che sarà ancora necessario, in tutti gli spazi pubblici, per il prossimo anno scolastico e per favorire l’attività extracurricolare, 

– rafforzare e recuperare le capabilities “non cognitive”, motivazionali, emotive e sociali, che al pari delle competenze cognitive, completano il percorso educativo dз minori e che sono state particolarmente minate dall’isolamento

– rafforzare la didattica a distanza (DAD) e ridurre la forbice delle diseguaglianze. Per sopperire al digital divide, inteso come mancanza di strumenti e/o di competenze adeguate per il loro utilizzo, occorre incrementare i fondi messi a disposizione per la distribuzione tempestiva di connessioni, pc e tablet da parte del Ministero e istituire delle task force territoriali tra scuole, compresi gli istituti tecnici e le scuole professionali, enti locali, terzo settore, organizzazioni locali di protezione civile, per fare in modo che tuttз lз studentз oggi esclusз vengano intercettatз e raggiuntз per ricevere i dispositivi, disporre di una connessione internet ed essere supportatз nel miglioramento delle competenze digitali.

– attivare programmi di sostegno individuale mirati aз studentз più in difficoltà e con BES (bisogni educativi speciali)

Siamo a fine giugno, la maggior parte delle scuole non svolgono più attività didattiche: sfruttiamo questo tempo per adeguare le scuole e prepararle al prossimo anno scolastico, che sarà un anno scolastico di speranza e apertura. 

Perderemo la “guerra contro la pandemia” tanto citata se non garantiremo a bambinз e ragazzз l’educazione, la socialità e l’accesso ai servizi sanitari. 

La Scuola non si è mai fermata e la società tutta deve adesso supportarla per evitare una perdita educativa poco visibile nell’immediato, ma che può diventare estremamente grave per il futuro di intere generazioni. 

Fonti:

Save the Children https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/limpatto-del-coronavirus-sulla-poverta-educativa_0.pdf 

Ministero dell’Istruzione (Stato italiano)

UNICEF

INVALSI

ISTAT

LEARNING MUST GO ON: Recommendations for keeping children safe and learning, during and after the COVID-19 crisis

UN, Policy Brief: The Impact of COVID-19 on children

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