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Oltre i genitali: un corpo erogeno

Negli ultimi anni il tema della masturbazione e dell’autopiacere sta prendendo spazio, superando i tanti stereotipi e pregiudizi ma spesso chi ne parla rimane sempre molto concentrato solo sulle zone genitali. 

È importante invece ampliare il discorso del piacere, sia se vissuto in autonomia che insieme all’altro, andando oltre ai soli genitali. 

Questo perché potrebbero esserci condizioni fisiche o psicologiche che impediscono la stimolazione diretta dei genitali oppure una momentanea o permanente assenza o ipersensibilità in queste specifiche zone. 

Inoltre molte persone raccontano del bisogno di includere altre zone del proprio corpo oltre ai genitali per raggiungere il piacere fisico e l’orgasmo.

Le zone chiamate erogene vengono suddivise in primarie, secondarie e potenziali e sono chiamate così perché, se stimolate, accendono rapidamente l’eccitazione.

Il tatto è il primo dei sensi a formarsi già nel ventre femminile: la pelle, suo organo, si estende tanto quanto noi, ed è condizione di conoscenza del mondo attraverso il quale percepiamo e comunichiamo con l’esterno. 

Le zone erogene, se stimolate, attraverso le terminazioni nervose inviano subito sensazioni gradevoli a una zona ben precisa del cervello, l’ipotalamo.

Quest’ultimo, a sua volta, ordina alla ghiandola ipofisi di produrre determinati ormoni, con il compito di stimolare la produzione di adrenalina da parte delle ghiandole surrenali. E l’adrenalina è un potente afrodisiaco naturale, che alimenta il desiderio e amplifica il piacere. 

Quando la stimolazione delle zone erogene non è sbrigativa, l’ipofisi inizia a produrre anche ossitocina, noto anche come “ormone dell’amore”, che non porta solo il benessere proprio di questo sentimento empatico, ma anche eccitamento.

La mappa delle zone erogene non è standard, visto che ogni corpo possiede una “cartina” personale.

È vero, però, che alcune zone, per una serie di caratteristiche fisiologiche, sono potenzialmente più erogene di altre, ad esempio: il seno, i capezzoli, i glutei, l’ano, il perineo, i capelli, la nuca, le orecchie, la bocca, la schiena, le ascelle, l’incavo dei gomiti e delle ginocchia e i piedi.

Come si sviluppano le zone erogene?

Ci sono dei fattori innati e altri che si acquisiscono: da un lato, infatti, la sensibilità di alcune zone erogene si sviluppa naturalmente, dall’altro, ci sono altre parti del corpo che si sensibilizzano col tempo, a partire dall’infanzia.
Gli specialisti hanno mostrato che il contatto fisico delle figure di cura durante l’infanzia hanno un ruolo essenziale nello sviluppo della percezione sensoriale e in quello della sessualità da adulti. 

Così, bambin* che ricevono solo dei gesti funzionali e privi di particolare tenerezza, non conserveranno abbastanza ricordi piacevoli nella loro memoria epidermica, portando in età adulto una probabile scarsa conoscenza del proprio corpo.
Al contrario, sembrerebbe che più abituiamo i nostri corpi ad essere toccati, coccolati e baciati più il nostro corpo diventerà recettivo e sensibile agli stimoli e al piacere.

Per questo è sempre consigliabile prendersi degli spazi per esplorare il proprio corpo, massaggiandolo e toccandolo, ascoltando la sua reazione e ciò che questo provoca in noi e di condividere quando possibile queste esplorazioni anche con i/le partner.

Fonti:

“Come as you are” Emily Nagoski. Spazio interiore.

www.alfemminile.com

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