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IL COITO INTERROTTO FUNZIONA? SPOILER: NO

Nelle giovani coppie è ancora oggi molto frequente la pratica del coito interrotto, che più che nella rubrica della contraccezione potrebbe tranquillamente inserirsi nei miti relativi al concepimento di cui abbiamo parlato qualche post fa.
Come fa intuire il nome, per “coito interrotto” – dal latino “coitus interruptus” – o meglio “esterno” si intende la brusca interruzione del rapporto sessuale penetrativo eterosessuale poco prima dell’orgasmo e conseguente eiaculazione, sfilando il pene per evitare che gli spermatozoi vengano rilasciati all’interno della vagina e possano risalire fino al contatto con l’ovulo da fecondare.
Si tratta chiaramente di una delle pratiche naturali più antichi al mondo, in uso da quando si è intuito il legame di causa-effetto tra eiaculazione in vagina e concepimento; considerando puramente questi ultimi due step potrebbe sembrare la soluzione più semplice per evitare una gravidanza, ma la verità è che non lo è affatto e anzi, l’efficacia minima potrebbe portarci a cercare una definizione ben più appropriata, ad esempio: “pratica sessuale eterosessuale, ritenuta ancora oggi un metodo contraccettivo, che consiste nell’estrazione del pene dalla vagina alcuni istanti prima che avvenga l’eiaculazione”.
In questo modo non si porrebbe l’accetto sull’efficacia contraccettiva dato che sebbene sia indubbio che abbassi la probabilità di concepimento, il punto è di quanto lo faccia: secondo l’indice di Pearl – la tecnica statistica più comune per misurare il tasso di efficacia – la percentuale di gravidanze per effetto del coito interrotto è tra il 18 e il 22%, range confermato anche dai dati ISTAT. In altre parole, su 100 coppie che si affidano a questa pratica, in un anno sono una ventina quelle in cui la contraccezione non va a buon fine.
Se ognunx dev’essere libero di vivere la sessualità come meglio crede, è anche vero che ciò diventa un problema per i troppi casi di gravidanze indesiderate, Malattie Sessualmente Trasmissibili e molto altro: risultano quindi necessarie una corretta informazione e un’educazione sessuale e affettiva complete sin dalla giovane età, in modo da favorire una consapevolezza più diffusa.

In Italia il coito interrotto viene chiamato in varie maniere a seconda dei dialetti regionali, quelli più frequenti sono “retromarcia”, “marcia indietro” e “salto della quaglia” –  modo di dire molto comune utilizzato in diversi ambiti con differente significato e che trae origine dal comportamento della quaglia: questo uccello, quando è inseguito dai predatori, inverte la direzione di corsa all’improvviso con un inaspettato salto all’indietro, con lo scopo di disorientare e far perdere le proprie tracce.

Ci sembrava doveroso iniziare con un richiamo ai volatili dato un collegamento ben più plausibile con il post dei miti sulla riproduzione piuttosto che con la rubrica delle contraccezioni, vista la scarsa efficacia che ricordiamo essere intorno al 20%. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, nel mondo occidentale le gravidanze non pianificate si aggirano sul 50% e la stima della SIGO – Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia – è che il 30% dei concepimenti siano frutto di questa tecnica. I dati riportati si trovano ovunque e nonostante sia ormai risaputa l’inattendibilità, il coito interrotto non demorde e sembra costituire un’usanza sessuale estremamente “allettante” soprattutto tra giovani coppie.

Si è scelto di non dare il titolo “VANTAGGI” a questa diapositiva dato che, a conti fatti, l’unica situazione in cui la scelta del coito interrotto possa definirsi oggettivamente vantaggiosa ipotizziamo essere quella di una coppia stabile e consapevole dei rischi, pronta a tutto quello che comporta una possibile gravidanza. Altre motivazioni potrebbero essere:
– Costo economico zero, almeno in assenza di concepimento – spesso per unx giovanx purtroppo potrebbe essere un problema acquistare dei preservativi
– Semplice ignoranza o pigrizia
– Non necessità di prescrizione medica
– Nessuna reazione avversa da allergia al lattice o da problemi ormonali
– Praticità d’utilizzo: il coito interrotto non necessita di preparazione o “addestramento”, almeno in parte

“Almeno in parte” perché nella coppia che adopera questo metodo la gestione viene spesso rimessa da entrambi i partner interamente al soggetto maschile. Erroneamente la parte femminile, ovvero il soggetto fisicamente esposto alla possibilità della fecondazione, risulta esclusa da ogni possibilità gestionale, ossia in posizione passiva (a parte l’eventuale adozione di posizioni che consentano alla donna di estrarre velocemente il pene) mentre il soggetto maschile è convinto di dover possedere un autocontrollo perfetto – spesso ritenuto simbolo di mascolinità – e costretto ad un rapporto sessuale non pienamente spontaneo: va da sé che il presunto aumento di piacere dovuto all’assenza di preservativo sia già smontato e sarebbe importante che la pianificazione della vita sessuale sia decisa da tutti i componenti.

Nel soggetto femminile la possibile ridotta durata dell’atto e la sicura brusca interruzione può determinare difficoltà nell’eccitazione, ansia, dispareunia e dolori vaginali oltre alla paura ben giustificata di essere rimasta incinta. Freud si era occupato di questa conseguenza in uno scritto del 1895, dove collegava lo sviluppo della nevrosi d’angoscia, fra le altre cause, all’uso del coito interrotto. Anche nel soggetto maschile può verificarsi stress, ansia da prestazione – che possono falsare ulteriormente il metodo dando eiaculazione precoce o disfunzione erettile – e una soddisfazione solo parziale anche qualora si raggiunga l’orgasmo. Inoltre la prostata può subire traumi o microlesioni ogni volta che si interrompe forzatamente l’eiaculazione e questo può portare facilmente a prostatite e varicocele.

Nonostante si tenda a considerare l’orgasmo maschile e l’eiaculazione come sinonimi, in realtà andrebbero distinti dato che sebbene nella maggior parte dei casi l’apice del piacere coincide con il momento dell’eiaculazione, è anche possibile che si possa espellere sperma senza arrivare a provare l’orgasmo, o comunque non in quel preciso momento. Può succedere per diversi motivi, soprattutto se si cerca di ritardare l’eiaculazione – ad esempio facendo Edging, chiamato anche “peaking”, “surfing”, “orgasm training” e “orgasm denial”, usato di solito per aumentare il piacere – per prolungare il rapporto prima di doverlo interrompere ad esempio concentrandosi su pensieri che non riguardano l’intimità, e che hanno l’effetto collaterale di rendere ancora più difficile capire che si sta per raggiungere l’apice. 

A ciò si aggiunge il più grande problema che porta all’elevata inefficacia del coito interrotto: ciò che possiamo perdonare ax nostrx antenatx è che non erano ancora stati fatti studi anatomo-fisiologici approfonditi e non si conosceva la possibilità di una fuoriuscita pre-eiaculatoria involontaria di liquido seminale, che può avvenire durante tutta la durata rapporto fin dai preliminari, ben prima della possibile penetrazione. Oggi lo sappiamo e proprio per questo andrebbe fatta un’educazione sessuale più approfondita: il famigerato autocontrollo del soggetto maschile è largamente insufficiente e non c’è mai garanzia di sicurezza il che dovrebbe portarci a ragionare su soluzioni più adeguate, senza dimenticare la mai abbastanza ribadita assenza di protezione verso la trasmissione delle Malattie Sessualmente Trasmissibili.

 FONTI ED APPROFONDIMENTI

– “Human Sexual Inadequacy” di Virginia E. Johnson e William Howell Masters, Ishi Press

– “Manuale di ginecologia e ostetricia” di Lawrence Impey e Tim Child

– Dati ISTAT

https://www.sigo.it/

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