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IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change)

L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), è una struttura dell’ONU che studia i cambiamenti climatici e annualmente produce report. 

Fu creato per fornire ai politici delle informazioni scientifiche sul cambiamento climatico, sui  suoi rischi e le sue implicazioni. Si compone di team di espert* e scienziat* che lavorano in gruppi.

Creato nel 1998 dal programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UN Environment) e dall’Organizzazione Mondiale Meteorologica (WMO), l’IPCC ha oggi 195 membri. Dalla sua creazione ad oggi, ha prodotto cinque rapporti principali, i più completi sullo stato del clima del pianeta, l’avanzamento del cambiamento climatico e le strategie per affrontarlo. 

I rapporti dell’IPCC sono i documenti chiave delle negoziazioni per il clima.

L’organizzazione produce anche altri rapporti, più specifici, su commissione dei governi. Inoltre fornisce indicazioni sulle possibili soluzioni da adottare. 

Nei rapporti si affronta la questione climatica non solo dal punto di vista scientifico e tecnico ma anche economico e sociale. Infine, il lavoro degli esperti nell’IPCC produce anche documenti molto tecnici, ad esempio quello su come stilare “il bilancio delle emissioni”.

Fra i temi degli studi prodotti dall’IPCC:

  • impatto del cambiamento climatico sul suolo e sull’agricoltura,
  • riscaldamento globale
  • sostenibilità nelle città,
  • economia sostenibile,
  • stato degli oceani

Un prodotto interessante dell’IPCC è il Database dei fattori delle emissioni: una “raccolta di parametri che incidono sulle emissioni, con una documentazione tecnica di supporto e riferimenti tecnici”.

Lo scopo di questa raccolta è stimare quanto e come sono prodotte le emissioni di gas serra e quindi capire come eliminarle.

L’IPCC si divide in tre grandi gruppi di lavoro, il primo si occupa della base scientifica del cambiamento climatico; il secondo, dell’impatto su ecosistemi e società; il terzo, di modi per ridurre le emissioni.

Esiste poi una task force che definisce le metodologie per calcolare le emissioni di gas inquinanti.

L’IPCC, agenzia ONU creata nel 1988, si occupa di studiare il cambiamento climatico e offrire ai governi dei 195 Stati membri dati scientifici e indicazioni su come affrontarlo.

Ha stilato finora cinque rapporti fondamentali:

Nel 1990, sottolineò l’importanza del cambiamento climatico come sfida globale e portò alla creazione dell’UNFCCC (il primo trattato internazionale per ridurre il riscaldamento globale)

Nel 1995 produsse materiale fondamentale che portò alla stesura del trattato di Kyoto del 1997

Il Terzo rapporto (2001) si incentrava sulla necessità di affrontare il cambiamento climatico con strategie di adattamento. 

Il rapporto del 2007, invece, si concentrava sul limite di 2 gradi e poneva le basi per un nuovo accordo, che andasse oltre il fallimentare accordo di Kyoto. Dello stesso genere anche il rapporto successivo (2013), che guidò gli Stati membri verso il trattato di Parigi del 2015.

Attualmente l’IPCC sta lavorando al suo sesto rapporto principale, che include alcuni documenti “speciali”. Vi ricorderete, ad esempio,del rapporto sull’impatto di un riscaldamento globale superiore a 1,5°.

Nel 2007 l’IPCC ha vinto il premio Nobel per la pace, conferito per  “il suo impegno nel disseminare conoscenza sull’impatto dell’uomo sul cambiamento climatico e per porre le basi alle misure necessarie a contrastare tale cambiamento”

Invece nel 2018 l’IPCC ha prodotto il suo report più importante: riguardava l’impatto di un aumento di 1,5 gradi nel riscaldamento globale.

Nel rapporto si parla di imporre limiti più stringenti alle emissioni di gas serra e si invita a una risposta globale alla minaccia del cambiamento climatico, connettendoli al tema dello sviluppo sostenibile e dell’sradicamento della povertà.

Fonti

https://www.ipcc-nggip.iges.or.jp/EFDB/main.php

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