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Una questione di principio: il caso Navalny

Negli ultimi giorni siamo stat3 sommers3 di informazioni riguardo al caso di Alexei Navalny, l’ultima -presunta- vittima della “democrazia” russa di Vladimir Putin. Abbiamo letto pareri discordanti, che si contrappongono tra la retorica della martirizzcolleges in new jersey OSU Jerseys Ohio State Team Jersey Florida state seminars jerseys keyvone lee jersey College Football Jerseys oregon ducks jersey florida jersey custom football jerseys justin jefferson lsu jersey penn state jersey OSU Jerseys custom ohio state jersey brock bowers jersey College Football Jerseys azione e quella dell’accusa spietata legata al suo pensiero politico, spesso senza considerare che non sono due pensieri mutualmente esclusivi ma che, al contrario, possono coesistere.

Nel caso in cui ci fossero dubbi no, Navalny non era progressista come la maggior parte dei suoi sostenitori occidentali, al contrario era un populista nazionalista e xenofobo, suprematista bianco e fieramente russo -con la stessa accezione della fierezza ariana di epoca nazista-: era quindi un estremista di destra.

La sua figura però è estremamente importante perché ha svolto puntuali inchieste sulla corruzione nel governo russo e ha lottato per tutta la vita contro la repressione del dissenso nel suo Paese. Possiamo quindi definirlo -cronologicamente- come  l’ultimo simbolo di contrapposizione a Putin: prima di lui troviamo tristemente Anna Politkovskaja e Alexander Litvinenko nel 2006, Sergei Magnitsky nel 2008 e Boris Nemtsov nel 2015.

I punti salienti del percorso di Navalny

Inizia la sua attività in un movimento neonazista chiamato “La Marcia Russa” per poi iscriversi al partito socioliberale filo occidentale Jabloko nel 2000 (da cui verrà espulso nel 2007 per aver fondato il movimento xenofobo Narod). Nel 2006 inizia la sua serie di inchieste sulla corruzione del governo di Putin, che sono proseguite fino al 2011/12, anni di svolta del suo percorso, quando denuncia dei brogli elettorali e finisce al centro del dibattito pubblico in Russia, diventando uno dei principali oppositori politici di Putin. Per questi motivi Putin troverà sempre il modo di invalidare le candidature di Navalny alle elezioni, rendendole di fatto illegali; attualmente sta mettendo in atto lo stesso sistema con Boris Nadezhdina, suo principale oppositore per le prossime elezioni.

Negli anni Navalny viene periodicamente arrestato e/o avvelenato, fino ad arrivare al tentato omicidio per novichok dell’agosto del 2020 in Siberia: viene trasportato a Berlino, Germania, dove viene verificato l’avvelenamento e dove riceve le cure necessarie. Ora in Russia c’è un mandato d’arresto che lo aspetta e Navalny sceglie comunque di tornare in patria: a questo punto la sua lotta alla repressione del dissenso è una questione di principio che intende affrontare fino in fondo, consapevole delle conseguenze. Appena rientra in Russia viene arrestato, processato e condannato a 19 anni in una delle carceri più dure del Paese, vivendo in costante isolamento e sottoposto a condizioni di vita misere. Muore così, senza troppe sorprese, il 16 febbraio 2024.

Nonostante sia stata una personalità indubbiamente discutibile e che di certo non si può definire come un uomo dalle idee fortemente democratiche, è stato anche un simbolo per il popolo russo e per la comunità internazionale, e per questo è stato inserito (non senza opposizioni) tra lз prigionierз di coscienza da Amnesty International.

Come ha reagito la comunità internazionale?

La morte di Navalny è coincisa con la Conferenza di Monaco sulla sicurezza (alla quale ha partecipato anche Yulia Navalnaya): la linea europea e NATO è stata quella di pubblica accusa a Putin per la morte dell’attivista, con dichiarazioni forti da parte della vicepresidente USA Kamala Harris e del segretario di Stato Antony Blinken oltre che, naturalmente, da Volodymyr Zelensky.

Giorgia Meloni tiene una linea decisamente meno schierata dichiarando “serve chiarezza sulla morte” mentre Matteo Piantedosi cerca goffamente di articolare delle giustificazioni all’annotazione delle generalità di una dozzina di persone presenti a un piccolo raduno di cordoglio ai giardini intitolati ad Anna Politkovskaja (anche lei vittima di Putin) a Milano.

Intanto in Russia è stato imposto silenzio stampa, divieto assoluto per i membri della Duma di rilasciare dichiarazioni che non riguardino questioni ufficiali e in moltissimз vengono arrestati per il semplice cordoglio per Navalny (per ora 400 persone circa).

Tirando le somme

Come avete appena letto, Alexei Navalny si posiziona specularmente a Eduxo nel semicerchio politico e ideologico, ma nonostante ciò ha dedicato la sua vita ed ha rinunciato a tutto per un fine che riteniamo condivisibile: la libertà di pensiero. La sua storia è travagliata, a tratti contraddittoria, e in questo breve contributo speriamo di aver riunito le informazioni necessarie a dare una panoramica e chiarire le principali domande su questa figura così controversa.

Come sempre vi invitiamo ad associarvi e a farci sapere cosa ne pensate!

Sitografia:

https://www.treccani.it/enciclopedia/aleksei-navalny/

https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/approfondimenti/2024/02/16/nicolai-lilin-sbagliato-ritenere-navalny-un-oppositore-di-putin_c6a28f37-d15d-4c66-9f17-353e04ced1a0.html

https://www.ilpost.it/2024/02/17/navalny-avvelenamento-siberia/

https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/nazioni/germania/2024/02/16/al-via-la-conferenza-di-monaco-sulla-sicurezza_245578ce-4b92-41d6-88a9-d992b56e86b4.html

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