Invecchiare senza paura – la nostra sfida più grande.

La paura di invecchiare ha un nome e si chiama “gerascofobia”. Alcunɜ psicologɜ fanno riferimento anche alla “Sindrome di Dorian Gray”, alludendo al celebre personaggio del libro di Oscar Wilde. Viviamo in un’epoca in cui la cura dell’immagine è molto importante, ma tra le pieghe di tanto perfezionismo può annidarsi un’insicurezza crescente, dovuta all’inevitabile trascorrere del tempo e alle conseguenze che questo causa sul nostro corpo. L’invecchiamento può rappresentare una vera e propria sfida e non soltanto per la difficile accettazione del cambiamento fisico; ancora più difficili da affrontare e da accettare sono i cambiamenti legati alle attività quotidiane, che iniziano ad essere diverse, limitate. Per non parlare del sopraggiungere di sentimenti avversi quali il sentirsi inutili, inoperosɜ, inascoltatɜ, abbandonatɜ, solɜ. Ancora peggiore è la sorte di chi, non sentendosi appagatə del percorso svolto, sente di non avere più chances per migliorarlo

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Lavoro minorile: il crollo dei diritti dell’infanzia

Le conseguenze devastanti della pandemia e delle guerre si calcolano non solo in numero di vittime, ma anche in termini di recessione rispetto a determinate battaglie, intraprese da anni e di difficile risoluzione, come per esempio quella contro il lavoro minorile. L’UNICEF e l’OIL stimano che ad oggi più di 150 milioni di bambinɜ sono costrettɜ a lavorare per la loro sopravvivenza e per quella delle loro famiglie. Nel 2002, l’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) ha lanciato la Giornata Mondiale contro il lavoro minorile per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo questo tema e la preminenza che esso deve mantenere a livello mondiale.

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Verso il referendum: per cosa si vota domenica?

Domani si va a votare! Il 12 giugno dalle 7 alle 23 lɜ italianɜ andranno alle urne per un referendum sulla giustizia… ma di preciso, cosa stiamo votando? Si tratta di un referendum abrogativo proposto da Lega e Partito Radicale, che quindi si propone di eliminare o modificare una legge in parte o nella sua interezza.

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Per una Cultura dello Spazio

Dal 2011 ogni anno, nella giornata del 12 aprile, si festeggia il primo viaggio spaziale, in memoria della prima missione dell’astronauta Yuri Gagarin, in quello stesso giorno del 1961. La scienza e la tecnologia hanno fatto passi da gigante da allora, e anche chi non fa l’astronauta di mestiere oggi può avere accesso a immagini strabilianti, tour virtuali e riprese video sbalorditive. Ma l’importanza di questi studi e dei successi raggiunti in questo ambito vengono percepiti con sufficiente interesse dalla comunità non scientifica? Quali sarebbero i vantaggi di una consapevolezza maggiormente diffusa sullo studio dello spazio e dell’universo? Come non subire il fascino della Terra vista dallo spazio, sapientemente descritta dalle parole di eminenti astronautɜ e astrofisicɜ? E se lassù ci fosse molto di più di un semplice panorama mozzafiato?

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Lo sapevi che le generazioni hanno un nome?

“In sociologia il termine generazione identifica un insieme di persone che è vissuto nello stesso periodo ed è stato esposto a eventi che l'hanno caratterizzato. Una generazione raggruppa, cioè, tutti quegli individui segnati dagli stessi eventi, ed è distinta dal concetto statistico di coorte dal fatto di condividere un comune sistema valoriale e una comune prospettiva sul futuro. Definibile solo a posteriori, cioè quando la sua influenza sulla storia e nella società è terminata, una generazione è spesso in almeno una forma di conflitto con la precedente, qualità che contribuisce a caratterizzarla. Gli eventi influiscono sulla generazione che li ha vissuti, determinandone dunque un mantenimento di caratteristiche proprie di quel momento storico, culturale e sociale” (Ariès, 1979). La sociologia da Hume a Comte (e anche dopo) si è interrogata su questo concetto da un punto di vista quantitativo, al fine di determinare la durata di una generazione ed utilizzarla come unità di misura per la storia della società. Per Hume bastava un battito di ciglia a determinare il passaggio da una generazione alla successiva. I limiti dell'approccio quantitativo sono però evidenti e sono stati ben presto messi in dubbio da Dilthey, Heidegger e Pinder, che hanno contribuito con diversi elementi alla definizione delle caratteristiche principali del concetto di generazione: l'appartenenza ad una stessa fase della vita (la contemporaneità), eventi, cause, punti in comune caratterizzanti, orizzonte comune di esperienze In questo contesto la presenza di incastri temporali tra le varie generazioni non si configura più come un problema ed esse possono avere durate diverse ed essere compresenti allo stesso tempo. A partire dalla fine del XIX secolo, alle generazioni è stato attribuito un nome, sulla base delle comuni esperienze culturali, e in questo articolo le andremo ad approfondire. Scorri le slide e leggi l’articolo completo cliccando sul linkinbio! In conclusione, le generazioni descrivono la storia e ci permettono di capire comportamenti, atteggiamenti e preferenze culturali. Conoscerle è decisamente interessante, non trovi? Quale sarà la prossima generazione e cosa la contraddistinguerà?

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Afghanistan: cosa sta succedendo?

I talebani sono entrati a Kabul e il Presidente afgano Ashraf Ghani si è dimesso (se n’è andato dopo avere promesso fino al giorno prima che Kabul non si sarebbe arresa). Da tre giorni infatti Kabul è controllata dal gruppo radicale estremista dei talebani. “Dopo aver definitivamente riconquistato l’Afghanistan domenica, prendendo il controllo della capitale Kabul e del suo palazzo presidenziale, i talebani hanno iniziato a sostituirsi alle forze di sicurezza afghane, operando già di fatto come nuovi governanti del paese.” (IlPost) Fra domenica e lunedì l’aeroporto di Kabul era il luogo del disastro: migliaia di persone cercavano di scappare dal paese, in molti casi anche attaccandosi agli aerei. Sono ormai diventate virali le immagini delle persone che cadono nel vuoto del cielo. Da ieri mattina sono ripresi i voli militari di evacuazione, ma non bastano. I voli sono pieni ma le persone da salvare sono molte di più. Oggi bisogna organizzarsi e creare un corridoio umanitario: un flusso migratorio legale, sicuro ed autorizzato che evita l’immigrazione clandestina e che permette di controllare le persone in entrata e di evitare infiltrazioni jihadiste. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati stima che siano 250 mila gli afghani costretti a fuggire dalle loro case, ma il numero è destinato ad aumentare. In un’Europa tuttora incapace di dare una risposta significativa e corale alla tragedia del crescente numero di persone che muoiono nel tentativo di raggiungere la salvezza o sono esposte a gravi abusi e sfruttamenti, i corridoi umanitari sono una via sicura e legale per l’ingresso nel nostro Paese di persone richiedenti asilo. Evidentemente, dalle notizie che abbiamo ricevuto e che continuiamo a ricevere, i nemici per i talebani esistono e le loro parole vanno decisamente prese con le pinze.

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Francia e Islamismo

In Francia, secondo la World Population Review, Alaraby (2020) sono 5.720 milioni lɜ musulmanɜ e 1.9 miliardi lɜ musulmanɜ nel mondo. Un dato che pochi conoscono è che nel 2020 sono almeno 73 le scuole e le moschee “chiuse per estremismo” in Francia e ormai è risaputo che lì la religione islamica deve affrontare non pochi problemi perchè vittima di campagne d’odio.

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Lavoro e violenza domestica durante il Covid

Il Covid negli ultimi mesi ha fatto emergere numerose problematiche legate ai più disparati aspetti della vita di tutti i giorni. Spesso ci si concentra solo sull’aspetto finanziario ma...come ha influito sul lavoro femminile e giovanile e sulla violenza domestica?

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