SOSPESO TRA STORIA E INNOVAZIONE: Il PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA

Tutto quello che c’è da sapere sul Ponte: dal processo che ha portato all’approvazione del progetto di Webuild ai costi e alle critiche mosse da un punto di vista sociale. …

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Armi fuori! Italia, Europa e disarmo 

In un contesto geopolitico instabile, lз leader internazionali hanno scelto di andare contro la strategia del disarmo. Disarmare significa letteralmente “togliere le armi, privare delle armi”, aOSU Jerseys florida jersey…

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Una questione di principio: il caso Navalny

Negli ultimi giorni siamo stat3 sommers3 di informazioni riguardo al caso di Alexei Navalny, l’ultima -presunta- vittima della “democrazia” russa di Vladimir Putin. Abbiamo letto pareri discordanti, che si contrappongono…

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Olimpiadi, Eurovision e guerra: è giusto far partecipare uno Stato invasore a gare internazionali?

A pochi mesi dalle Olimpiadi di Parigi 2024, rimane sospesa la questione sulla partecipazione di stati attualmente bellcustom ohio state jersey brandon aiyuk jersey College Football Jerseys florida state football…

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Giù le mani dallo sport! Sportwashing e collaborazionismo sportivo

Molto spesso oggi si sente parlare di “sportwashing” sui media. Molti articoli di indignazione social, salvo poi dimenticarsene poco dopo, passando al prossimo argomento del momento. Tuttavia, l’argomento meriterebbe una riflessione approfondita per cercare di capire quali sono le ragioni, come si manifesta il fenomeno, perché potrebbe avere successo (o no) e come combatterlo, se naturalmente è possibile combatterlo. Partendo dal comprendere cosa sia lo “sportwashing” in generale ed evidenziando i suoi esempi storici, si cercherà di tracciare una via per risolvere l’uso strumentale che viene fatto delle passioni sportive da parte delle federazioni mondiali e nazionali, a discapito dell’identità e dei valori delle competizioni più importanti al mondo. L'Arabia Saudita, sede della attuale Supercoppa Italiana sarà un caso esemplificativo, con una strategia ambiziosa ma con i piedi d’argilla. I riflettori sul tema vanno accesi ora, ma vanno sempre mantenuti. Perché gli eventi sportivi passano, ma i problemi strutturali a livello di diritti umani restano. Tutti i giorni dell’anno.

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Invecchiare senza paura – la nostra sfida più grande.

La paura di invecchiare ha un nome e si chiama “gerascofobia”. Alcunɜ psicologɜ fanno riferimento anche alla “Sindrome di Dorian Gray”, alludendo al celebre personaggio del libro di Oscar Wilde. Viviamo in un’epoca in cui la cura dell’immagine è molto importante, ma tra le pieghe di tanto perfezionismo può annidarsi un’insicurezza crescente, dovuta all’inevitabile trascorrere del tempo e alle conseguenze che questo causa sul nostro corpo. L’invecchiamento può rappresentare una vera e propria sfida e non soltanto per la difficile accettazione del cambiamento fisico; ancora più difficili da affrontare e da accettare sono i cambiamenti legati alle attività quotidiane, che iniziano ad essere diverse, limitate. Per non parlare del sopraggiungere di sentimenti avversi quali il sentirsi inutili, inoperosɜ, inascoltatɜ, abbandonatɜ, solɜ. Ancora peggiore è la sorte di chi, non sentendosi appagatə del percorso svolto, sente di non avere più chances per migliorarlo

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Lavoro minorile: il crollo dei diritti dell’infanzia

Le conseguenze devastanti della pandemia e delle guerre si calcolano non solo in numero di vittime, ma anche in termini di recessione rispetto a determinate battaglie, intraprese da anni e di difficile risoluzione, come per esempio quella contro il lavoro minorile. L’UNICEF e l’OIL stimano che ad oggi più di 150 milioni di bambinɜ sono costrettɜ a lavorare per la loro sopravvivenza e per quella delle loro famiglie. Nel 2002, l’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) ha lanciato la Giornata Mondiale contro il lavoro minorile per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo questo tema e la preminenza che esso deve mantenere a livello mondiale.

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Verso il referendum: per cosa si vota domenica?

Domani si va a votare! Il 12 giugno dalle 7 alle 23 lɜ italianɜ andranno alle urne per un referendum sulla giustizia… ma di preciso, cosa stiamo votando? Si tratta di un referendum abrogativo proposto da Lega e Partito Radicale, che quindi si propone di eliminare o modificare una legge in parte o nella sua interezza.

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Per una Cultura dello Spazio

Dal 2011 ogni anno, nella giornata del 12 aprile, si festeggia il primo viaggio spaziale, in memoria della prima missione dell’astronauta Yuri Gagarin, in quello stesso giorno del 1961. La scienza e la tecnologia hanno fatto passi da gigante da allora, e anche chi non fa l’astronauta di mestiere oggi può avere accesso a immagini strabilianti, tour virtuali e riprese video sbalorditive. Ma l’importanza di questi studi e dei successi raggiunti in questo ambito vengono percepiti con sufficiente interesse dalla comunità non scientifica? Quali sarebbero i vantaggi di una consapevolezza maggiormente diffusa sullo studio dello spazio e dell’universo? Come non subire il fascino della Terra vista dallo spazio, sapientemente descritta dalle parole di eminenti astronautɜ e astrofisicɜ? E se lassù ci fosse molto di più di un semplice panorama mozzafiato?

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Lo sapevi che le generazioni hanno un nome?

“In sociologia il termine generazione identifica un insieme di persone che è vissuto nello stesso periodo ed è stato esposto a eventi che l'hanno caratterizzato. Una generazione raggruppa, cioè, tutti quegli individui segnati dagli stessi eventi, ed è distinta dal concetto statistico di coorte dal fatto di condividere un comune sistema valoriale e una comune prospettiva sul futuro. Definibile solo a posteriori, cioè quando la sua influenza sulla storia e nella società è terminata, una generazione è spesso in almeno una forma di conflitto con la precedente, qualità che contribuisce a caratterizzarla. Gli eventi influiscono sulla generazione che li ha vissuti, determinandone dunque un mantenimento di caratteristiche proprie di quel momento storico, culturale e sociale” (Ariès, 1979). La sociologia da Hume a Comte (e anche dopo) si è interrogata su questo concetto da un punto di vista quantitativo, al fine di determinare la durata di una generazione ed utilizzarla come unità di misura per la storia della società. Per Hume bastava un battito di ciglia a determinare il passaggio da una generazione alla successiva. I limiti dell'approccio quantitativo sono però evidenti e sono stati ben presto messi in dubbio da Dilthey, Heidegger e Pinder, che hanno contribuito con diversi elementi alla definizione delle caratteristiche principali del concetto di generazione: l'appartenenza ad una stessa fase della vita (la contemporaneità), eventi, cause, punti in comune caratterizzanti, orizzonte comune di esperienze In questo contesto la presenza di incastri temporali tra le varie generazioni non si configura più come un problema ed esse possono avere durate diverse ed essere compresenti allo stesso tempo. A partire dalla fine del XIX secolo, alle generazioni è stato attribuito un nome, sulla base delle comuni esperienze culturali, e in questo articolo le andremo ad approfondire. Scorri le slide e leggi l’articolo completo cliccando sul linkinbio! In conclusione, le generazioni descrivono la storia e ci permettono di capire comportamenti, atteggiamenti e preferenze culturali. Conoscerle è decisamente interessante, non trovi? Quale sarà la prossima generazione e cosa la contraddistinguerà?

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